Progetto RCBN- Road-Canyon Biometeorological Network

Una rete stradale di rilevamento biometeorologico

Il progetto propone come alternativa alle reti ufficiali, le cui stazioni meteo insistono principalmente sugli aeroporti civili e militari dunque distanti dalla vita reale delle persone, una rete costituita invece da stazioni stradali collocate in città ad un'altezza tale però che non risenta degli effetti estremizzanti dell'asfalto e del cemento sulla temperatura.  

Premesso che un palazzo alto 10 piani costruito all'inizio degli anni '60 del secolo scorso fa ormai parte del paesaggio urbano e della sua orografia artificiale, la concezione di fondo, largamente condivisa, che sta dietro alla scelta di non installare una stazione meteo sul terrazzo di un edificio alto 30 metri è che a tale altezza in molte condizioni atmosferiche i valori misurati cessano di essere rappresentativi del luogo geografico e fanno statistica a sé, un po' come ad esempio la serie storica delle osservazioni del Collegio Romano che è tuttavia preziosa ed autorevole perchè cominciata oltre due secoli fa. Senza considerare altri pur importanti fattori basti dire che in città infatti già a 15-20 m di altezza si possono intercettare venti che al suolo sono praticamente assenti o comunque si è soggetti a regimi di circolazione d'aria assai diversi. Ciò fa sì che in alto l'aria, specie nelle zone più periferiche, si riscaldi prima e in misura minore rispetto alle superfici e all'aria presenti più in basso che raggiungono i valori massimi mediamente 1/2 ore più tardi. Si stima che di giorno su Roma, a parità di condizioni meteo già a un'altezza media di 50 metri sulla verticale delle stazioni su tetto le temperature oscillano di pochi decimi di grado intorno ad uno stesso valore; c'è sostanzialmente omotermia, anche se si considerano i dati di due stazioni ubicate in zone a cementificazione e verde urbano diametralmente opposte (come è il caso studiato e verificato delle stazioni meteo di Marconi ed Eur (appartenenti rispettivamente a Meteonetwork e Meteolazio).

Partendo da questa consapevolezza nel corso degli anni si è cercata una soluzione alternativa, giungendo già nel 2003 ad individuare una collocazione sui generis che, condizionata inevitabilmente dall'ampia area d'ombra proiettata dall'edificio, permettesse un'altezza dal suolo stradale inferiore a 10 m, ma necessariamente superiore a 3 m. Successivamente opportuni aggiustamenti hanno portato ad allontanare sempre più dal "core" dell'edificio la sede ottenendo misurazioni sempre meno influenzate dall'ubicazione dei sensori fino a trovare una posizione quasi ottimale nel gennaio 2011 (l'inizio della nuova decade) e poi ancora (altri 2 m più in là) nel 2020 quasi in prossimità della sede stradale.

La suddetta collocazione era stata resa possibile dall'utilizzo di un termometro wireless (Oregon Scientific). La serie di dati del nuovo decennio è per conseguenza costituita, fino al marzo 2014, di soli valori di temperatura.

Il sensore era dotato di rain cover, solo in parte schermato (con lamine di materiale riflettente) ed era posizionato su di un ballatoio condominiale a 1,70 m (5 m dal suolo). La serie include tutti i mesi dell'anno ad eccezione di alcuni periodi estivi in cui l'attività è stata sospesa più che per ragioni di vacanze estive per motivi tecnici, essenzialmente difficoltà causate dal soleggiamento pomeridiano data l'esposizione a ovest.

Ci si chiede spesso quali siano le differenze tra città e zone extraurbane nei valori dei principali parametri meteo. Nessuno o quasi però si chiede quali differenze ci siano tra valori di temperatura rilevati in aree a prevalenza di ombra ed aree in campo aperto. Per provare a dare delle risposte a queste domande è nata l'idea di gettare le basi per la creazione di una rete stradale che comprende sia stazioni di canyon stradali più o meno convenzionali sia stazioni extraurbane a norma con schermatura standard (con riferimento ai rispettivi gruppi sensori). Tra queste ultime è stata ricompresa meteo la vicina stazione (su tetto) extraurbana della Via Ostiense (altezza "fontanone").

Premesso che una stazione meteo dovrebbe essere collocata in un luogo costantemente esposto al sole (oppure al contrario in uno sempre in ombra come la stazione del succitato osservatorio) i "canyon stradali" come è ovvio possiedono due facce, una delle quali è in ombra quando l'altra è esposta al sole diretto e viceversa. Ne consegue che uno studio climatologico dei "canyon stradali deve tenere conto dell'esposizione della faccia considerata. La stazione meteo al centro del progetto è posta nella faccia orientale (esposizione NW) di un "canyon doppio" (che abbraccia cioè un tratto della parallela Via Ostiense con la ferrovia a fare da separazione). Nei mesi estivi essa è esposta al sole diretto per circa 3 ore al giorno che ne condiziona e caratterizza l'andamento termico diurno. Si trova a quasi 5 m d'altezza sul piano stradale ed è per sua natura idonea a rilevare valori dei parametri nella cosiddetta canopia urbana. Va detto però che il canyon stradale in questione presenta delle caratteristiche peculiari in quanto il suo rapporto tra larghezza ed altezza degli edifici è sbilanciato a favore della prima, per cui è stimabile che in esso l'effetto "isola di calore" sia moderato e non estremo.

Da gennaio 2020 con l'aggiunta del pluviometro e dell'anemometro (non installati a norma in quanto a supporto del rilevamento termoigrometrico) i sensori si presentano raggruppati per motivi pratici in uno spazio assai limitato e il termo-igrometro è protetto da una costruzione di legno che funge anche da schermo solare per quelle ore del giorno in cui i raggi del sole raggiungono la facciata dell'edificio. Si tratta di una mini capannina aperta su due lati, semiaperta su un terzo e protetta da un pannello di plastica dotato di prese d'aria su un quarto lato (quello da esporre a nord).

La scelta tecnica di non verniciare di bianco la mini capannina si deve in parte allo spessore massiccio delle pareti, ma essenzialmente al fatto che essa verrà a trovarsi esposta alla radiazione solare soltanto per poche ore nell'arco della giornata (in pieno inverno per poche decine di minuti). Si è ritenuto sufficiente verniciare di verde la facciata superiore del tetto dello schermo, per tutto il resto della struttura (interno compreso) si sono scelti tinta e motivo mimetici o si è lasciato il colore del legno trattato. Per la costruzione di questo schermo sul cui tetto sono stati poi posizionati pluviometro e anemometro si è utilizzato legno di abete in prevalenza e viti da legno. Ciascun pezzo è stato trattato con impregnante per legno e sono state impiegate vernici ad acqua e alla nitro. Per ottenere l'effetto mimetico delle pareti le vernici sono state date usando delle mascherine, una per ciascun colore. Nel complesso si sono rese necessarie una serie di lavorazioni e di tecniche e una conseguente serie di strumenti che hanno portato alla costituzione di un piccolissimo laboratorio (vedi slide).

Immagini

  • Posizione gruppo sensori dal 2020
  • Lo schermo artigianale per la nuova stazione
  • Il gruppo sensori attuale visto dal livello strada
  • Posizione sensore dal 2011 al 2014
  • Posizione sensore rispetto alla stazione (periodo 2011-14)
  • Strumentazione del 2003-04
  • La strumentazione utilizzata nel periodo 2011-14
  • La "micro officina"
  • Sede della stazione extraurbana
  • Vista del gruppo sensori
  • Dettaglio gruppo sensori Davis Vantage Vue
  • Mappa rete RCN